La riforma del calendario scolastico in Italia: vale la pena continuare a parlarne
Negli ultimi anni, la discussione sulla necessità di una riforma del calendario scolastico italiano si è fatta sempre più accesa, coinvolgendo insegnanti, famiglie, studenti e istituzioni. Di seguito, proponiamo un’analisi della situazione attuale, con l’identificazione dei principali temi e delle proposte al centro del dibattito.
Perché riformare il calendario scolastico?
Il calendario scolastico italiano tradizionale prevede circa 200 giorni di lezione, distribuiti da settembre a giugno, con la pausa estiva più lunga d’Europa, pari a circa 14 settimane (97 giorni). Questo modello, nato in un’Italia prevalentemente agricola, oggi si scontra con le esigenze di una società profondamente mutata, in cui sono cambiate le abitudini di vita, di lavoro e di apprendimento.
Le ragioni principali per riformare il calendario scolastico includono:
- Equilibrio tra studio e pausa: un’interruzione estiva così prolungata rischia di far perdere agli studenti parte delle conoscenze acquisite (c.d. summer learning loss).
- Conciliazione famiglia-lavoro: la lunga pausa estiva rappresenta una sfida organizzativa ed economica per le famiglie, soprattutto per chi lavora e, non potendo contare su una rete di supporto familiare, è costretto ad iscrivere i figli a centri estivi sempre più onerosi.
- Benessere degli studenti: pause distribuite durante l’anno potrebbero aiutare a ridurre lo stress e a migliorare la qualità dell’apprendimento. Una diversa modulazione del calendario permetterebbe altresì di ridurre il divario di apprendimento tra studenti che hanno la possibilità di frequentare strutture estive altamente formative e studenti che per ragioni economiche non possono accedervi.
- Benefici in settori extrascolastici: l’introduzione di periodi di pausa in altre stagioni darebbe alle famiglie la possibilità di pianificare vacanze anche in periodi meno costosi rispetto ai mesi estivi e comporterebbe vantaggi per il settore del turismo italiano.
Confronto con il calendario scolastico in altri Paesi europei
Il tema della distribuzione delle lezioni e delle vacanze scolastiche è affrontato in maniera diversa nei vari Paesi europei, offrendo spunti utili al dibattito italiano (dati estratti da Eurydice School calendars in Europe):
- Francia: il calendario scolastico francese è suddiviso in trimestri, con vacanze più brevi ma frequenti: oltre alle vacanze estive di circa 8 settimane, ci sono vacanze autunnali, natalizie, invernali e primaverili, distribuite nel corso dell’anno scolastico.
- Germania: le vacanze estive tedesche sono notevolmente più brevi (circa 6 settimane) rispetto a quelle italiane, mentre sono previste pause più regolari durante l’anno, come le ferie di Natale, Pasqua e le cosiddette Herbstferien (autunnali).
- Austria: il calendario scolastico prevede 9 settimane di vacanze estive e 4 breaks nel corso dell’anno di almeno una settimana ciascuno.
- Olanda: le vacanze estive durano 6 settimane e si alternano a 4 periodi di pausa di almeno una settimana ciascuno, ripartiti nel corso dell’anno scolastico.
- Spagna: le vacanze estive sono piuttosto lunghe (11 settimane), sono previste due pause per le vacanze natalizie e pasquali.
Questi modelli rientrano in una tendenza europea a distribuire in maniera piuttosto equilibrata nel corso dell’anno i giorni di pausa dalle attività scolastiche, evidenziando al contempo come il nostro Paese rimanga uno dei pochi a concentrare nei mesi estivi 14 settimane continuative di riposo.
Le proposte in campo
Per le ragioni di cui sopra, anche in Italia negli ultimi anni si è acceso sempre più il dibattito sulle necessità di riforma del calendario scolastico.
Tra le iniziative concrete al riguardo emerge quella della Regione Emilia-Romagna, che ha avviato apposite consultazioni con le parti sociali e istituzionali interessate, volte a discutere della possibilità di modificare il calendario scolastico già dall’anno 2026/2027 per le scuole primarie e secondarie di primo grado.
Le ipotesi in campo più accreditate prevederebbero una riduzione della pausa estiva a 12 settimane, accompagnata alternativamente:
- dall’estensione delle lezioni fino a metà giugno e la loro anticipazione di una settimana a settembre
- oppure, dal prolungamento delle lezioni fino a fine giugno.
Si valuta, inoltre, la possibilità di introdurre una pausa a metà anno scolastico, sul modello dello spring break praticato all’estero.
Inoltre, è stata presentata quest’anno in Senato una petizione popolare denominata “Ristudiamo il calendario”, promossa dall’organizzazione WeWorld e sostenuta dalla community social Mammadimerda. La proposta, che ha raccolto ad oggi più di 77.000 firme, prevede, in primo luogo, di prolungare le lezioni fino alla fine di giugno e anticipare l’inizio al 1° settembre, riducendo così la pausa estiva. In secondo luogo, si chiede «l’apertura delle scuole anche nei mesi di giugno e luglio con attività extra-scolastiche e conseguente rimodulazione delle pause durante l’anno» e «l’introduzione obbligatoria del tempo pieno dai 3 ai 14 anni in tutte le scuole, per offrire a studenti e studentesse la possibilità di scegliere – ovunque – tra tempo pieno e tempo parziale».
Le sfide della riforma
Le principali criticità sollevate rispetto alle prospettive di riforma riguardano:
- Strutture scolastiche: molte scuole non sono dotate di sistemi di climatizzazione adeguati, rendendo difficile la permanenza in classe nei mesi più caldi. La Regione Emilia-Romagna ha, al riguardo, previsto la realizzazione di una mappatura delle scuole del territorio, al fine di verificarne le condizioni.
- Adattamento dei programmi e delle attività di recupero scolastico: i programmi andrebbero riadattati per garantire la continuità e nei mesi estivi si potrebbe pensare ad attività più leggere ed all’aria aperta; il recupero scolastico dovrebbe essere riorganizzato.
Riflessioni e prospettive future
La riforma del calendario scolastico rappresenta senza dubbio una sfida complessa, ma anche un intervento sempre più invocato dalle famiglie per adattare la scuola italiana alle esigenze della società contemporanea.
La parola ora spetta alle istituzioni sollecitate sul tema, le quali dovranno approfondire la questione e dar seguito alle iniziative intraprese.
E voi siete favorevoli o contrari alla riforma del calendario scolastico?



